Brano 2

(Dal capitolo I)

“Eccomi, Meddís, signore”. Un uomo robusto, dalla carnagione scura, palesemente impaurito per ciò che stava accadendo, fece capolino da un angolo di uno dei due monumenti.

“So che ho sbagliato, ma il marmo non bastava per tutt’e due le lapidi…. E poi, in fondo, la grandezza dei caratteri e dello scritto è uguale …”

“Questo forse ti salverà…” disse Papio.

Il capomastro fece per scagliarsi contro il suo sottoposto, che fisicamente era quasi il doppio di lui, ma fu trattenuto da due operai. “Non farti prendere da me!” esclamò, più volte brandendo un martello; fu fermato anche dal tono imperioso del capo sannita.

“Fermo Litterio! E tu, mettiti al lavoro. Riduci i lati della lapide più grande fino a farla diventare uguale alla minore. Voi – si rivolse agli operai – fate che le allocazioni siano ridotte a misura della lapide più piccola. E fate presto, perché il sole è già alto”.

Nel volto del capomastro, di colpo, era ricomparso il sole: “Geniale!…” esclamò, rimanendo con la bocca sdendata semiaperta.

“Quanto a te” lo interruppe ancora Papio Mutilo mentre risaliva a cavallo “impara a non frignare come una donnicciola, quando c’è un problema. E’ nei momenti peggiori che si deve mantenere il sangue freddo e ragionare. Come in battaglia. Ti saluto, Litterio. E che tutto sia pronto alla perfezione per la cerimonia. Solo così non riferirò nulla dell’accaduto a Quinto Poppedio e tu potrai essere pagato”.

Voltò decisamente Ebano verso la porta nuova senza dare possibilità all’uomo di salutarlo. Del resto, costui guardava ammirato il suo Meddíss che si allontanava senza proferire altra parola. Erano anche questi episodi che facevano di Gavio Papio Mutilo l’uomo autorevole rispettato da tutti i popoli italici. La sua fama, ora che aveva poco più di cinquant’anni, aveva raggiunto anche le città della Tuscia e della Gallia. Anche i Greci di Taranto lo tenevano in alta considerazione mentre i Romani più attenti, non senza l’eco di timori antichi, rivedevano in lui bagliori della passata, fin troppo pericolosa, grandezza sannita.